Spavento e sindromi culture- bound. Sindrome?
Abstract
Per lungo tempo la letteratura etno-psichiatrica ha consideratola categoria diagnostica fondata sul referente eziologico “spavento”
(susto in ispanoamericano) come una sindrome “specificamente culturale”. Sebbene forti critiche siano state di recente espresse contro tale attribuzione, non è stato da un lato - se non in modo assai ambiguo - messo in discussione il fatto che costituisca tuttavia una sindrome, e dall'altro che fattori psicologici e psicosomatici ne siano le componenti fondamentali e qualificanti. Partendo da una revisione critica delle tesi espresse a questo proposito, l'autore porta gli esempi di due diversi sistemi medici “tradizionali”nei quali lo spavento è considerato causa di malesseri: nell'uno però senza alcuna considerazione della sintomatologia con cui si esprime, nell'altro con sintomi invece legati a due sfere diverse di mali. Con il supporto di questi esempi l'autore sostiene la tesi che
lo “spavento” non rappresenta necessariamente una sindrome
(tanto meno “culturalmente specifica”) e che il fatto che così spesso ricopra soltanto gli effetti di stress e di disturbi psicosomatici non è segno di una sua basica qualità intrinseca, ma rivela l'impatto avuto dai processi di acculturazione al modello moderno che hanno lasciato al sistema tradizionale il campo di questi disturbi, sottraendogliene altri.
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Pubblicato
2019-04-03
Come citare
Signorini, I. (2019). Spavento e sindromi culture- bound. Sindrome?. L’Uomo Società Tradizione Sviluppo, 1(1/2). Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/14775
Fascicolo
Sezione
Articoli