Conflitto nel conflitto: una politica di conflict-resolution che si autoperpetua. Il caso della Karamoja (Uganda)

Autori

  • Mariano Pavanello

Parole chiave:

Africa, conflict-resolution, Karamoja, pastoralismo, sviluppo, Uganda.

Abstract

Dalla fine degli anni Settanta del XX secolo, i gruppi pastorali della Karamoja (Uganda) sono entrati in possesso di armi automatiche (kalashnikov). Da allora, la strutturale conflittualità intra- ed interetnica nell’area ha assunto caratteri di particolare ferocia e si è progressivamente intrecciata con una crisi economica, ecologica ed umanitaria sempre più acuta. La comunità internazionale si adopera da decenni sia per promuovere lo sviluppo economico e sociale, sia per favorire la pace. Il luogo del conflitto è duplice: da un lato, il teatro economico-produttivo (pascoli, mandrie, aree agricole) segnato da faide storiche e da scontri ciclici tra i guerrieri Karimojong e le forze armate ugandesi; dall’altro, il tavolo di negoziazione intorno a cui ruotano le istituzioni locali, nazionali e straniere con i loro interessi di promozione e gestione di progetti di sviluppo e di pace. L’autore, confrontando la sua esperienza sul campo condotta nel periodo 1997-2001 con la letteratura antropologica e politologica più recente, analizza criticamente le pratiche di cooperazione allo sviluppo e le politiche di conflict-resolution nell’area.

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Pubblicato

2022-04-05

Come citare

Pavanello, M. (2022). Conflitto nel conflitto: una politica di conflict-resolution che si autoperpetua. Il caso della Karamoja (Uganda). L’Uomo Società Tradizione Sviluppo, 7(2). Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/uomo/article/view/17861

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