La “Partita Hemingway”: Hemingway e l’editoria italiana dal dopoguerra a oggi

Autori

  • Paolo Simonetti Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.13133/2532-1994_3.6_2019

Abstract

Durante la Seconda guerra mondiale la letteratura americana in Italia svolge un ruolo fondamentale, fino a configurarsi come un vero e proprio mito culturale. Al centro di questo mito ambivalente e contraddittorio c’è Ernest Hemingway: i suoi libri vengono letti come un piacere proibito e sovversivo, da assaporare in segreto contravvenendo al bando del regime fascista. Le opere di Hemingway, come anche la sua vita, assumono un significato mitico per scrittori di sinistra come Elio Vittorini e Cesare Pavese, oltre che per i partigiani e i critici militanti – un mito che l’industria letteraria italiana cerca immediatamente di accaparrarsi per poi rivenderlo. La storia delle due più importanti case editrici del periodo, Einaudi e Mondadori, è infatti legata a doppio filo alla ricezione delle opere di Hemingway: nella seconda metà degli anni Quaranta Arnoldo Mondadori e Giulio Einaudi sono avversari in quella che lo stesso Einaudi definisce “partita Hemingway”, un duello che nessuno dei due editori è intenzionato a perdere. Servendosi di fonti documentarie, letterarie e biografiche, oltre che di alcune opere incentrate sulla storia delle due case editrici, questo saggio si propone di ripercorrere alcune tappe importanti della ricezione critica di Hemingway in Italia, a partire dal secondo dopoguerra e fino agli sviluppi più recenti. 

Biografia autore

Paolo Simonetti, Sapienza Università di Roma

Assegnista di ricerca di Letteratura angloamericana (Sapienza Università di Roma) e critico letterario.

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Pubblicato

2019-03-30

Come citare

Simonetti, P. (2019). La “Partita Hemingway”: Hemingway e l’editoria italiana dal dopoguerra a oggi. Novecento Transnazionale. Letterature, Arti E Culture, 3(1), 62–76. https://doi.org/10.13133/2532-1994_3.6_2019