Ripoliticizzare la casa, riprendersi lo spazio. Pratiche del 'fare casa' nella e oltre la pandemia
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562/17368Parole chiave:
pratiche del fare casa, spazi transfemministi queer, pandemiaAbstract
La pandemia da Covid-19 ha intaccato profondamente il modo in cui è vissuto lo spazio urbano, spostando le attività quotidiane prevalentemente all’interno dello spazio domestico. La casa è stata definita dal discorso pubblico come uno ‘spazio sicuro’ e ha assunto una centralità che necessita di essere indagata anche alla luce del dibattito sulla città post-pandemica. Lo spazio domestico, infatti, può rappresentare la lente attraverso cui osservare la riproduzione sociale a partire dalla ridefinizione dei confini tra spazio pubblico e spazio privato. Questo contributo si pone dunque l’obiettivo di indagare la casa come spazio sociale, tanto nei significati che oggi assume quanto nella sua accezione di spazio politico. A questo proposito, si è preso in esame il caso della Magni*fica, casa delle donne transfemminista queer nella città di Firenze, letto come una pratica generativa del ‘fare casa’ che svela contraddizioni e possibilità del concetto di ‘casa sicura’.
The Covid-19 pandemic has profoundly affected the way urban space is experienced, shifting everyday activities predominantly into domestic space. The home has been defined in public discourse as a ‘safe space’ and has taken on a centrality that needs to be investigated in the post-pandemic city debate. The domestic space, in fact, could represent the lens through which to observe social reproduction starting from the redefinition of the boundaries between public and private space. The aim of this contribution is therefore to investigate the home as a social space, both in terms of the meanings it has today and in its meaning as a political space. In this regard, the case of Magni*fica, a queer transfeminist women's house in the city of Florence, is examined, as a generative practice of ‘making a home’ that reveals contradictions and possibilities of the concept of ‘safe house’.
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