Una proposta per la pubblicazione (e la lettura) intuitiva delle edizioni di testi a tradizione manoscritta
Abstract
I metodi lachmanniano e bédieriano, nonostante gli innumerevoli aggiustamenti, correzioni e talvolta profondi mutamenti strutturali che nel corso dei decenni hanno accompagnato le varie modifiche ai rispettivi impianti ideologici e funzionali, rimangono ancora i due principali (e sostanzialmente unici) metodi di edizione critica di testi a tradizione manoscritta. Tuttavia, gli interventi correttivi che su tali metodi si sono fino ad oggi susseguiti, e che hanno avuto l’inestimabile merito di mantenerne vivo e fecondo l’uso, hanno costantemente privilegiato il punto di vista del filologo-editore; in altri termini, ogni nuovo cambiamento di paradigma è stato sistematicamente suggerito a partire dalla domanda (spesso implicita): «come può, il curatore di un’edizione, tendere in maniera sempre meno imperfetta al ristabilimento del testo ‘originale’?» Di conseguenza, le edizioni moderne si sono fatte, invero, vieppiù sofisticate, ma, come contrappasso a una sempre maggiore accuratezza in fase di allestimento del testo critico, è parallelamente aumentato anche il ‘costo di lettura’ a carico del fruitore dell’edizione. L’attuale proposta si basa dunque sulla necessità, a parere di chi scrive impellente, di snellire la lettura delle odierne edizioni critiche.