Riconoscersi. Cosa dicono le migrazioni delle comunità occidentali

Autori

  • Isabella Corvino Università degli Studi della Tuscia
  • Fabio D'Andrea Università degli Studi di Perugia

Parole chiave:

Complex Relationality, Generation of Sense, Migrations, Paradigmatic Disjunction, Recognition

Abstract

In recent years, in the wake of the coincidence of economic, social and environmental crises, the unceasing inflow of the Other has catalyzed distress and fears. It is a meeting from which arise questions and doubts about crucial issues: personal and collective identity, the balance of society and the capacity of a culture of generating a shared sense. Taking these into account, a new perspective on the matter becomes possible, that does not interpret it as the fault of marauders who come “inexplicably” to plunder the already scarce resources, but rather as the shared responsibility of those who fail to properly receive migrants or to foster better conditions in the countries of origin. Migrations thus reveal themselves as indicators of a deeper problem. To treat such processes as a permanent emergency to be managed in bureaucratic and procedural terms highlights the loss of ethical and moral bearings and the disintegration of the social bond. This essay addresses two dimensions of this issue: first of all the tight connection between recognition and generation of a shared sense and the consequences of the failed perception of this link; secondly the paradigmatic and imaginal root of the Western tendency to discrimination and more and more emphasized opposition. The “hidden king “ of the age turns out to be the tension toward a qualitative relationality, put back together in spite of modern separations and elisions, that can sustain a complex dynamic balance from which spring forth the answers to the great questions of the XXI century.

Biografie autore

Isabella Corvino, Università degli Studi della Tuscia

Isabella Corvino, Dottore di ricerca in Sociologia e Scienze dell'Economia, è docente a contratto presso l'Università della Tuscia e ricercatrice senior specializzata in migrazioni internazionali e diritti umani. Tra gli ultimi scritti: Migranti della terra di mezzo. La sfida di un modello mediterraneo di integrazione, in V. Grassi, M. Pascali (a cura di), Napoli e le migrazioni nel Mediterraneo Contributo multidisciplinare alla costruzione di un modello mediterraneo di integrazione, c.s.; People and investments on the move. Diaspora direct investments, a powerful development driver, in “The International Journal of Public and Private Management”, Vol. 2, 1, 2016.

Fabio D'Andrea, Università degli Studi di Perugia

Fabio D’Andrea insegna Sociologia all’Università degli Studi di Perugia. È autore di scritti dedicati a una lettura “attuale” del pensiero di Simmel, alla socioantropologia francese e alla soggettività postmoderna. Attualmente lavora all’elaborazione di un modello complesso di conoscenza che ne recuperi le componenti simboliche e immaginali rimosse dal razionalismo e si occupa delle fondamenta non razionali del sociale, in particolare dell’Unione Europea. Tra i suoi libri: (Con A. Lombardinilo) Il libro tra carta e pixel. Traiettorie empiriche e costellazioni immaginali (Milano, Gechi Edizioni, 2017); Un mondo a spirale. Riflessioni a partire da Michel Maffesoli (Napoli, Liguori 2014).

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Pubblicato

2018-02-14

Come citare

Corvino, I., & D'Andrea, F. (2018). Riconoscersi. Cosa dicono le migrazioni delle comunità occidentali. Mediascapes Journal, (10), 16–31. Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/article/view/14257

Fascicolo

Sezione

Saggi

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