Avessimo avuto i soldi, magari, mi comprerei una tuta più bella. Oltre l’immagine stereotipata e la narrazione mediatica di luoghi e persone

Autori

  • Guido Belloni Codici | Ricerca e intervento
  • Laura Boschetti Caodici | Ricerca e intervento

DOI:

https://doi.org/10.13133/2532-6562/17550

Parole chiave:

Identità collettiva, microcosmi, translocalismo, margine, giovani con background migratorio

Abstract

La musica rap mantiene da sempre una stretta connessione ai luoghi e agli spazi, contrapponendosi alla cultura predominante. La storia del rap è un processo continuo e non lineare di territorializzazione: guarda alla periferia e volta le spalle al centro, si localizza ai margini, utilizza nei testi e nei videoclip diversi tòpoi semantici e architettonici tipici delle periferie urbane. Per questo il rap è anche un repertorio politico della periferia, che racconta le disuguaglianze spaziali come fosse una cassa di risonanza: parla di luoghi, ma parla soprattutto a chi li abita e non solo. Attraverso l’uso di un linguaggio comune, mettendo in rima le dinamiche di esclusione e rivelando la contraddizione tra centro e periferia. Oltre le frontiere, le distinzioni sociali ed economiche, le peculiarità dei contesti nazionali, il rap mette in connessione tutte le periferie. Attraverso la selezione di una tracklist gli autori esaminano alcuni testi di questo repertorio, chiedendosi se, e come, i testi delle canzoni contribuiscano alla costruzione di un’identità collettiva, e allo stesso tempo siano in grado di anticipare cambiamenti, trasformazioni e possibili vie d’uscita.

Riferimenti bibliografici

Appadurai A. (2011). Le aspirazioni nutrono la democrazia. Milano: Et al.

Appelrouth S., Kelly C. (2013). «Rap, race and the (re)production of boundaries». Sociological Perspectives, 56(3):301-326. DOI: 10.1525/sop.2013.56.3.301.

Avenel C. (2005). «Sociologie des “quartiers sensibles”». Questions de communication, 7:361-362. DOI: 10.4000/questionsdecommunication.5555.

Bauman Z. (2007). Vite di scarto. Bari: Laterza.

Bazin H. (2019). La cultura hip hop. Nardò: Besa muci editore.

Belotti E. (2021). Birds in the trap. Roma: Bordeaux edizioni.

Bianchi P., Dal Lago M. (2017). «It’s Five O’Clock Somewhere. Note su classe, ideologia e identità nella popular music». Ácome Rivista internazionale di Studi Nordamericani, 12: 11-17.

Briata P., Bricocoli M., Tedesco C. (2009). Città in periferia. Politiche urbane e progetti locali in Francia, Gran Bretagna e Italia. Roma: Carocci.

Castles S., Miller M. (2012). L’era delle migrazioni. Popoli in movimento nel mondo contemporaneo. Città di Castello: Odoya.

El-Tayeb F. (2011). European Others: Queering Ethnicity in Postnational Europe. Minneapolis: University of Minnesota Press.

Forman M. (2002). The hood comes first: Race, space and place in rap and hip hop. Connecticut: Wesleyan University Press.

Goffman E. (1997). La vita quotidiana come rappresentazione. Bologna: Il Mulino.

Holt D. (2016). «Branding in the Age of Social Media». Harward Business Review, 3: 40-50.

Ilardi M. (2017). Potere del consumo e rivolte sociali. Verso una libertà radicale. Roma: DeriveApprodi.

Laino G., a cura di, (2020). Quinto Rapporto sulle città. Politiche urbane per le periferie. Bologna: Il Mulino.

Lareno Faccini F., Ranzini A. (2021). L’ultima Milano. Cronache dai margini di una città. Milano: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

Marchi V. (2014). Teppa: storie del conflitto giovanile dal Rinascimento ai giorni nostri. Roma: Red Star Press.

Oberti M., Préteceille E. (2017). La segregazione urbana. Ariccia: Aracne.

Pégram S. (2011). «Not condemned to fail: Examples of ‘rapped’ resistance and cultural uplift in French hip-hop». Journal of Poetry Therapy, 24(4):239-253. DOI: 10.1080/08893675.2011.625206.

Petrillo A. (2018). La periferia nuova. Disuguaglianza, spazi, città. Milano: FrancoAngeli.

Petrillo A. (2021). La periferia non è più quella di un tempo. Roma: Bordeaux edizioni.

Sassen S. (2014). Espulsioni. Brutalità e complessità nell'economia globale. Bologna: Il Mulino.

Sayad A. (2002). La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle sofferenze dell'immigrato. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Secchi B. (2013). La città dei ricchi e la città dei poveri. Bari: Laterza.

Smaïl P. (2002). Ali il magnifico. Milano: Feltrinelli.

Speranza (2020). L’ultimo a morire. Milano: Rizzoli.

Stephens R. J., Wright E. (2000). «Beyond bitches, niggers, and ho’s: some suggestions for including rap music as a qualitative data source». Race & Society, 3:23-40. DOI: 10.1016/S1090-9524(01)00019-5.

Tarrius A. (2011). «Migranti poveri e globalizzazione delle economie: transnazionalismo e migrazioni nell’Europa del Sud». In: Miranda A., Signorelli A., a cura di, Pensare e ripensare le migrazioni. Palermo: Sellerio.

U.net (2018). Stand 4 what. Razza, rap e attivismo nell’America di Trump. Milano: Agenzia X.

Wacquant L. (2008). Urban Outcasts. A Comparative Sociology of Advanced Marginality. Hoboken: Wiley (trad. it. 2016, I reietti della città. Ghetto, periferia, stato. Pisa: ETS).

Wilkins C. L. (2006). «(W)rapped Space: The Architecture of Hip Hop». Journal of Architectural Education, 54(1):7-19. DOI: 10.1162/104648800564680.

Zuckar P. (2017). Rap. Una storia italiana. Milano: Baldini + Castoldi.

##submission.downloads##

Pubblicato

2021-12-31

Come citare

Belloni, G., & Boschetti, L. (2021). Avessimo avuto i soldi, magari, mi comprerei una tuta più bella. Oltre l’immagine stereotipata e la narrazione mediatica di luoghi e persone. Tracce Urbane. Rivista Italiana Transdisciplinare Di Studi Urbani, 6(10). https://doi.org/10.13133/2532-6562/17550