Sex workers nel quartiere catanese di San Berillo: presenze, resistenze e trasformazioni
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562/17408Keywords:
sex work, city, transformationsAbstract
trasformazione tangibile e simbolica. Iniziamo l’articolo percorrendo gli eventi che hanno maggiormente inciso sul sex work a San Berillo, facendo particolare riferimento alle modificazioni legislative intervenute in Italia in materia di prostituzione e alle trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il quartiere. Analizziamo poi il materiale raccolto sulla base di categorie tematiche che sono emerse dal materiale stesso; esse si concentrano sulle presenze, relazioni e resistenze che si sono articolate nel quartiere Vecchio San Berillo dopo la retata della polizia dell’anno 2000. Nell’ultima sezione dell’articolo, analizziamo le pratiche spaziali dei/delle sex worker, nonché gli spazi di rappresentazione emersi nel quartiere. Concludiamo evidenziando come le pratiche spaziali dei/delle sex worker a Vecchio San Berillo – le quali manifestano la loro volontà di contribuire attivamente a pensare e fare la città – aprano a degli immaginari inediti sul futuro del vivere urbano.
This article argues that the presence of, use of space by, and spatial practices of sex workers in the historical red-light district of Catania (Italy) contributed to shaping the imaginaries of this space as well as its symbolic and tangible transformation. It relies on ethnographies conducted in the San Berillo district by two of the authors, interviews carried out by all three authors, and the collection of documentary material by one of the authors. We start the article by shortly illustrating the events that have mostly impacted on sex work in the district, including the changes in the national prostitution policy, the urban transformations that have affected the district in the mid-1950s, and the more recent police repression against sex workers. We then analyse the gathered material through the thematic categories of ‘presences’, ‘relations’ and ‘resistance’, and reflect on the spatial practices and spaces of representations that have emerged in the district. We conclude this article by illustrating how sex workers’ spatial practices in the district – which evidence their willingness to actively contribute to thinking and making the city – open new imaginaries of the future of urban living.
Basandoci sul lavoro etnografico nel quartiere di San Berillo a Catania di due degli autori, interviste condotte da tutti gli autori, e dalla raccolta da parte di uno di essi di materiale documentale, in questo articolo dimostriamo come la presenza dei/delle sex workers nel quartiere, il loro uso dello spazio, nonché le loro pratiche spaziali, hanno contribuito tanto a plasmare gli immaginari di questo spazio quanto all’apertura di una sua trasformazione tangibile e simbolica. Iniziamo l’articolo percorrendo gli eventi che hanno maggiormente inciso sul sex work a San Berillo, facendo particolare riferimento alle modificazioni legislative intervenute in Italia in materia di prostituzione e alle trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il quartiere. Analizziamo poi il materiale raccolto sulla base di categorie tematiche che sono emerse dal materiale stesso; esse si concentrano sulle presenze, relazioni e resistenze che si sono articolate nel quartiere Vecchio San Berillo dopo la retata della polizia dell’anno 2000. Nell’ultima sezione dell’articolo, analizziamo le pratiche spaziali dei/delle sex worker, nonché gli spazi di rappresentazione emersi nel quartiere. Concludiamo evidenziando come le pratiche spaziali dei/delle sex worker a Vecchio San Berillo – le quali manifestano la loro volontà di contribuire attivamente a pensare e fare la città – aprano a degli immaginari inediti sul futuro del vivere urbano.
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