Città e territorio: pratiche di autostruttrazione comunitaria nella Sicilia Occidentale. Danilo Dolci e il Centro di Studi e Iniziative sulla piena occupazione (1958 – 1968)
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562_2.3.14299Parole chiave:
Pianificazione dal basso – maieutica popolare – sviluppo di comunitàAbstract
Per coloro che si occupano di ‘autorganizzazione urbana’ il confronto con l’esperienza di Danilo Dolci in Sicilia costituisce un passaggio obbligato. A distanza di oltre sessant’anni dal suo avvio (1952) il ‘progetto siciliano’ costituisce una lezione imprescindibile, ricca di spunti di ispirazione. Anche la sua attualità è un dato inconfutabile: ne sono testimonianza tanto le cronache giornalistiche, quanto le indagini più accurate, tutte con il loro porre l’accento sul dramma irrisolto del degrado delle periferie di alcune realtà urbane, l’inarrestabile violenza sui più deboli il divario crescente tra ricchezza e povertà, gli sfregi all’ambiente, lo spreco di risorse non riproducibili. Un quadro problematico, geograficamente distribuito sul territorio italiano, con picchi di gravità al Sud, da cui emergono, oltre a sacche di irrisolta arretratezza, l’incapacità delle amministrazioni pubbliche di mettere in campo politiche in grado di interpretare i bisogni emergenti e di collaborare con le comunità locali per costruire assieme possibili vie di soluzione.
For those ones who are interested in urban self-organization the confrontation with Danilo Dolci’s experience has to be consider a necessary step. The ‘Sicilian project’, after more than sixty years from its start (1952), remains, even now, a fundamental and inspiring, but also highly topical, lesson. This is witnesses by both the daily news, as well by in-depth studies they never stop to underline the unsolved tragedy of the deterioration of the marginalized neighborhoods in many urban areas; nigh hopeless spiral of violence against the weakest ones; the increasing gap between richness and poverty; the defacement against the environment; the waist of un-reproducible natural and cultural resources. A problematic picture, geographically spread on the Italian territory, but even now much more diffused in the South, caused by different kind of social and cultural backwardness, but also by the public institutions and their incapacity in answering insurgent local needs, as well as in engaging their communities to build together solutions.
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