FARWASTEPALERMO
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562/17912Parole chiave:
Mar Mediterraneo , linea costiera, rifiuti, PalermoAbstract
Un porticciolo marinaresco lungo la costa sud di Palermo rievoca immaginari da film western con il suo nome ‘La Bandita’. Verso nord ovest a soli 5km si trova un porto gemello, sempre per piccoli gozzi, che prende il nome di Sant’Erasmo, l'anacoreta solitario che oggi, a differenza de La bandita, si vede incluso in un contesto più turistico e mondano. Da questi luoghi, queste spiagge assolate, da questa striscia di costa esala una spiccata unicità: tutto sembra dominato da una forte depressione identitaria nel perverso e interminabile rapporto tra cittadino e mare. L’intero bacino mediterraneo è afflitto da questo morbo, ma qui ne percepisco una sua forma specifica mentre il paesaggio incarna i segni.
Il mare sgretolatore, abissale e cattivo rappresenta la perfetta discarica dove per anni, rabbia, timore, odio e tanto ripudiato passato sono stati riversati in quelle acque che bagnano chilometri di costa. Il mare è diventato il grande alleato del sacco edilizio palermitano, del malaffare, a supporto di quella crescente voglia italiana di progresso e di alloggi moderni nelle periferie dei grandi centri. Al contempo si chiudeva l’epoca dei navigatori, dei saggi maestri d’ascia, di chi il mare lo frequentava per mestiere e necessità. Percorrendo Via dello Scaricatore si ammucchiano contraddizioni di questa era moderna, con uno sbocco a mare, sfintere, dove fare evacuare grossi camion stracolmi. La costa sud diventa scena di un grande ciclo di scarico e abbandono che nei decenni ha generato ben tre colline e ha esteso la riva di oltre 200 metri. Un accumulo indistinto di storia, disfatte e materia di ogni sorta. Una immensa wasteland.
FarWastePalermo è un excursus digitale muto di 81 minuti a più ottiche e più fuochi. Riflessioni in sei atti di un'approdo palermitano dove l’artista naufraga lo sguardo in questa Palermo disconosciuta e postbellica tra relitti e sgretolamenti tra banditismo e solitudine. L’onda scava tra le macerie di questo promontorio e dentro colui che si avvicina.
Cosa può significare questo mare? Cosa ci faccio qui e in che creatura mi evolvo su questa cerniera tra solido e liquido?
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