La figuraccia al tempo di Internet: pratiche quotidiane di mediazione del rossore attraverso un #tweet

Autori

  • Alessandra Micalizzi Università IULM Milano

Parole chiave:

vergogna, emozioni, social media, identità narrativa, sé, sentimenti, shaming, sentiment, narrative identity, self

Abstract

È pratica comune utilizzare i nuovi contesti partecipativi per condividere frammenti di vita quotidiana. Questa costante traduzione in caratteri o in immagini digitali dei propri vissuti è parte del processo di appropriazione dei device mobili e del popolamento della Rete, inteso come contesto sempre più affollato, partecipato ed emotivamente denso. Il presente contributo è volto a mettere in luce alcune pratiche narrative emergenti intorno alla condivisione di esperienze emotive che hanno la caratteristica di essere altamente situazionali, e dunque legate a un contesto specifico e che vengono “ritradotte” in frammenti di testo per essere condivise con cerchie sociali altrimenti non raggiungibili. Ci riferiamo in modo più specifico alla vergogna. Il paper presenta parte dei risultati di una ricerca esplorativa volta a indagare tutte le dimensioni caratterizzanti questo sentimento e ha per oggetto i tweet postati tra luglio e dicembre 2012 con hashtag semanticamente afferenti al tema della vergogna.
I risultati hanno permesso di ricostruire una mappa delle caratteristiche narrative di questa pratica di socializzazione emotiva digitale, sulla base dei processi di appropriazione del meta-medium (De Carli, 1997) e di colonizzazione di un preciso contesto partecipativo e mediato. La Rete, dunque, come rifugio dal rossore del contesto situato e al contempo spazio ed occasione di situazioni imbarazzanti che mettono in crisi le nuove forme di pudore digitale.

One of the most common use of the Net is to share narratives about the Everyday life. This continue translation in words and images of personal experiences is a part of the appropriation process of mobile and digital devices. It is also the expression of the new way of living and using the Net, considered, more and more, a crowded, participated and emotionally thick context. The paper aims at underlining some narrative practices emerging from the sharing of emotive experiences. More specifically the focus is oriented toward shame and embarrassment, that are emotions typically situated, linked with a specific context. In the case of digital environments, we can observe the translation of this livings in narrative fragments that are shared with personal contacts.
We describe a part of the results of an explorative research about on-line shaming. The study is focused on the qualitative content analysis of tweets posted on line during July-December 2012 with hashtags semantically linked with “shame”.
The results shows the narrative characteristics of the socialization of this family of emotions, according with the practices of appropriation of the digital devices and contexts. The Net becomes the refuge from the situated blush and, at the same time, the digital space where some new kinds of embarrassing situation can take place, undermining the new forms of digital decency.

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Come citare

Micalizzi, A. (2014). La figuraccia al tempo di Internet: pratiche quotidiane di mediazione del rossore attraverso un #tweet. Mediascapes Journal, (2), 76–90. Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/article/view/11611