Le serie web sul carcere in Italia. Da Belli dentro alle storie sul web

Autori

  • Silvia Pezzoli Università di Firenze

Abstract

Scopo di questo lavoro è riflettere sulle ragioni per cui in Italia la ricchezza euristica sul piano narrativo di un contesto particolare come il carcere non sia stata sufficientemente valorizzata e messa a frutto. Attraverso una mappatura, off-line e on-line di produzioni sul tema, cercheremo di capire come questa istituzione totale è stato rappresentata, se sia stata riconosciuta quale “istituzione seriale per eccellenza” per la sua ripetitività, regolarità e prevedibilità e presentata come un luogo che “detiene” racconti avvincenti e numericamente infiniti. Il percorso inizia, infatti, con l’individuazione di caratteristiche comuni e unificanti tra i media, e in particolare la serialità televisiva, e l’esperienza carceraria: rapporto dentro/fuori, territorialità plurima, sovvertimenti di status, individuazione di accessi a mondi inaccessibili, utilizzo di linguaggi specifici e adozione di regole che ridefiniscono le dimensioni spazio-temporali del quotidiano. Abbiamo poi preso ad esempio alcuni prison tale di provenienza anglosassone e di grande successo per arrivare alle web series italiane: produzioni low cost che ultimamente hanno manifestato un certo interesse sul tema, seppur spesso limitandolo a questioni inerenti l’inclusione e la denuncia sociale in generale. Un’opportunità ancora non riconosciuta come tale e, per questa ragione, solo parzialmente indagata.

Biografia autore

Silvia Pezzoli, Università di Firenze

Silvia Pezzoli è ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze. Fuoco della sua attenzione e dell’attività di ricerca e riflessione sono i processi di comunicazione legati alle rappresentazioni collettive e individuali, mediate e non, e come essi si verificano nei territori del reale e dell’immaginario. L’attività di riflessione e ricerca si sviluppa principalmente su due percorsi di studio tra loro intrecciati, caratterizzati dalla centralità della narrazione intesa sia come rappresentazione “sensata” del sé, individuale e collettivo, sia come rappresentazione mediale e si sofferma in modo particolare sulla rappresentazione di alcuni aspetti temi specifici come la malattia, il fine della vita e l'esclusione sociale di alcuni gruppi vulnerabili. Dal 2008 segue alcuni studenti-detenuti nei percorsi di studi universitari all’interno del Polo Penitenziario Universitario dell’Università di Firenze.

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Pubblicato

2016-10-19

Come citare

Pezzoli, S. (2016). Le serie web sul carcere in Italia. Da Belli dentro alle storie sul web. Mediascapes Journal, (6), 129–139. Recuperato da https://rosa.uniroma1.it/rosa03/mediascapes/article/view/13726