The Simpsons: A Metanarrative of the Western-Global Prosumer Middle Class
Abstract
Simpsons, uno degli show televisivi più longevi sono la rappresentazione di una società in miniatura, in cui tutte le principali istituzioni (educazione, famiglia, mass media, politica, religione ed economia) vengono descritte attraverso l’esperienza di un nucleo familiare e le sue interazioni con la comunità locale. Grazie al successo globale si può affermare che la serie sia un ritratto delle contraddizioni, dei vizi e delle virtù insite della classe media occidentale, nella società capitalista e dei consumi. La popolarità della serie ne ha permesso un’amplissima diffusione, al punto che l’immaginario creato ed i suoi protagonisti sono stati riprodotti in ogni forma di gadget, come oggetto delle più disparate forme di remix culturale, sotto forma di wiki o di contenuto generato dall’utente, rendendo labili i confini tra narrazione e realtà. In altre parole, la ricorsività degli episodi è diventata così diffusa da divenire parte dell’immaginario sociale di molti, facendo diventare i protagonisti attori e opinion leader anche nella cosiddetta vita reale, proponendosi come un esempio del teorizzato continuum tra mondo reale e mondo digitale. Fin dagli inizi, tutti gli episodi hanno avuto come linea guida tematiche sociali o politiche rilevanti; tematiche come questioni di genere, etnia, immigrazione, consumi, lavoro, famiglia o religione. L’obiettivo del nostro contributo, all’interno di una selezione di sei episodi, appartenenti a differenti stagioni televisive, vuole essere quello di analizzare il ruolo del prosumer, attraverso l’osservazione degli elementi che identificano i protagonisti come tipici rappresentanti della classe media globale e descrivere come la loro ambizione al raggiungimento di un migliore status sociale li coinvolga in attività che li caratterizzano per essere: makers, fixers, sharer o tester.
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