Disruptive Choreographies. Produzione di corporeità, materialità vagabonde e performance della presenza
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562/17366Keywords:
bodies, orientations, decolonizing, depatriarchalizing, performance, re-writings, ephemeralitiesAbstract
Starting from Sara Ahmed (2006; 2007), the concept of orientation becomes a crucial paradigm – in space and movement at the same time – to understand both the sexualization of the space and the spaciality of sexual desire. Through movement, the body shapes the world around it, institutes it: orientations, inclinations, tendencies, postures (Deleuze, 1955). By fracturing the idea of space as a neutral universal (Borghi, 2009; Halberstam 2005), different strategies are adopted at the intersection between artistic and feminist practices: disturbing the gaze and haunting; de-monumentalizing as a practice to decolonize and depatriarchalize space (Vergès, 2019); hackering the urban dispositive in temporalities and surfaces; “to create your own gangs” between self-defence and occupation of spaces. Crossing activism and artistic practices, this paper investigates the imaginative possibility of the performance, in which urban space is disrupted and recreated anew as new corporealities are produced.
A partire dalle domande di Sara Ahmed (2006; 2007) l’orientamento diventa categoria centrale, spaziale e motoria insieme, per leggere sia la sessualizzazione dello spazio che la spazialità del desiderio sessuale. Nel movimento il corpo plasma il mondo che ha intorno, lo istituisce: orientamenti, inclinazioni, posture (Deleuze, 1955).
Nel rompere l’idea di spazio come universale neutro (Borghi, 2009; Halberstam 2005), diverse sono le strategie adottate all’incrocio tra pratiche artistiche e pratiche femministe: disturbare lo sguardo e infestare; demonumentalizzare come pratica per decolonizzare e depatriarcalizzare lo spazio (Vergès, 2019); hackerare il dispositivo urbano nei tempi e nelle superfici; “creare le proprie bande” tra autodifesa e occupazione di spazi. Tra attivismo e pratiche artistiche, questo paper indaga lo spazio di invenzione della performance in cui lo spazio urbano viene interrotto e ricreato da capo, mentre si producono nuove corporeità.
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