Art-based methodology e ricerca sociale: rendere porose le frontiere del visibile

Autori

  • Daniela Leonardi Università degli studi di Parma
  • Vincenza Pellegrino Università degli studi di Parma

DOI:

https://doi.org/10.13133/2532-6562/18002

Parole chiave:

disuguaglianze, ricerca-azione visuale, riflessività

Abstract

Questo contributo presenta i risultati di una ricerca sui nessi tra le disuguaglianze sociali e le dimensioni spaziali in cui esse vengono reiterate. La ricerca-azione visuale che presentiamo è stata capace di stimolare in modo nuovo e diverso coloro che si occupano di lavoro sociale nelle aree interessate. Cosa riescono a ‘vedere’ e al contrario cosa non riescono a vedere gli operatori quando guardano i contesti dove lavorano, se utilizzano la fotografia? La ricerca evidenzia come l’esperienza di osservazione visuale e di produzione fotografica abbia aiutato gli operatori nel reframing delle loro categorie, a interrogarle in maniera maggiormente consapevole. L’esperienza visuale e la produzione fotografica collettiva, guidata da un artista, si sono rivelate strumenti preziosi per rendere più porose non solo le frontiere metodologiche tra lavoro sociale, di ricerca e artistico, ma anche postura e categorie che istruiscono questi diversi campi della produzione di sapere.

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Fotografia di Opher Thomson

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Pubblicato

2022-07-06

Come citare

Leonardi, D., & Pellegrino, V. (2022). Art-based methodology e ricerca sociale: rendere porose le frontiere del visibile. Tracce Urbane. Rivista Italiana Transdisciplinare Di Studi Urbani, 7(11). https://doi.org/10.13133/2532-6562/18002