Intorno al lago. La riappropriazione popolare dell'area dell'ex Snia Viscosa a Roma
DOI:
https://doi.org/10.13133/2532-6562_2.4.14394Parole chiave:
movimenti sociali, partecipazione, ambiente, rigenerazione urbana, progetto localeAbstract
L’articolo intende sintetizzare e ampliare le riflessioni contenute nella ricerca di dottorato, recentemente discussa, dal titolo Città immaginate: il Pigneto-Prenestino e la sua fabbrica. Rigenerazione urbana e pratiche dal basso (Gissara, 2018).Il testo tratta sinteticamente le tematiche generali riguardanti l’insostenibilità dell’urbanizzazione contemporanea (sviluppo metropolitano, cambiamenti climatici, ‘diritto alla città’, ‘ricostruzione del territorio’, ecc.), per poi analizzarle nel concreto all’interno del contesto romano, individuando un luogo e un processo specifico da investigare.La scelta del caso-studio è conseguente al coinvolgimento diretto dell’autore nella battaglia locale per la riappropriazione popolare di un ex area produttiva, la fabbrica Snia Viscosa al Prenestino. Una lotta nata nei primi anni Novanta, quando un tentativo illegale di costruire un centro commerciale generò un evento imprevisto: la nascita di un lago naturale all’interno dello scavo di cantiere, quando le perforazioni rivelarono la presenza dimenticata di una falda in pressione. A seguito di ciò, la popolazione dei quartieri circostanti iniziò a rivendicare, nel contesto di un’urbanizzazione densa e inquinata, la destinazione dell’area a parco e servizi pubblici.La partecipazione e l’osservazione, negli ultimi anni, di questa battaglia locale auto-organizzata, così come le testimonianze riferite ai decenni precedenti, hanno restituito numerosi spunti di riflessione, riguardanti le condizioni passate, presenti e future di questo luogo e la ‘comunità di resistenza’ che si è riunita attorno ad esso. In particolare, sono emersi alcuni elementi importanti: l’approccio ecosistemico, il mix tra diverse conoscenze, le relazioni tra le persone.L’articolo vuole esplorare criticamente questi aspetti e, in conclusione, tornare a formulare considerazioni più ampie alla luce di tutti questi fattori, così da sottolineare l’esistenza di possibili percorsi alternativi all’urbanizzazione senza fine e alle conseguenti problematiche ambientali.
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